- Di origine morenica il lago di
Viverone rappresenta per la nostra provincia un fattore di estrema
importanza tanto per il suo valore naturalistico quanto per le attività
turistiche ad esso associate.
- Dopo gli interventi di
collettamento fognari eseguiti negli anni 80, la Regione Piemonte in
collaborazione con l’Università di Torino, FISIA e CSI Piemonte, ha
promosso un progetto di studio (L’EUTROFIZZAZIONE DEL LAGO DI
VIVERONE, 1996) con lo scopo di individuare quale potesse essere la
politica di gestione più adatta per la risorsa idrica in esame.
- Dal lavoro citato risulta che nel
1992, nonostante il completamento dei collettori fognari, il lago era
ancora caratterizzato da uno stato di eutrofizzazione piuttosto grave.
- Che cos’è l’eutrofizzazione?
- L’EUTROFIZZAZIONE è la crescita
di grandi masse vegetali, alghe ed erbe acquatiche che si sviluppano
durante il periodo primaverile ed estivo. Oltre a sottrarre ossigeno
compromettendo l’habitat delle acque del lago, vanno incontro dopo
la stagione estiva, ad un processo di deperimento e lasciano sui
fondali depositi di materiale organico che aumenta e peggiora la
concentrazione di fosfati e nitrati.
- In concomitanza al carico
antropico, che per anni ha arricchito in modo smisurato di fosforo le
acque del lago, il principale fattore che ha concorso
all’eutrofizzazione è rappresentato dall’entità di tempo del
ricambio teorico delle acque lacustri, che avviene in un lasso di
tempo superiore ai sette anni.
- Questa situazione è d’altronde
comprovata dai bassi valori dell’emissario, la Roggia Fola, che ha
una portata approssimativa di 0.5 mc. al secondo.
- Il lago tende come conseguenza ad
accumulare al suo interno ingenti quantità di nutrienti, non essendo
in grado di rilasciarli in tempi brevi .
- Visto lo stato del lago, ampiamente
descritto nello studio promosso dalla regione Piemonte, è opportuno
capire, dopo gli interventi attuati come stia effettivamente lo stato
di salute del lago.
- ATTIVITA’ DA INTRAPRENDERE
- Prima di elencare le attività che
possono essere intraprese bisogna chiarire il concetto fisico di
rimescolamento e stratificazione delle acque lacustri.
- Il rimescolamento è lo scambio tra
l’acqua degli strati superficiali e profondi.
- Nel periodo invernale, quando non
vi sono grosse differenze di temperatura tra i due strati, questo
fenomeno raggiunge valori massimi con notevole ossigenazione
dell’acqua, anche in profondità.
- Le acque del lago sono più
trasparenti, più ricche di ossigeno
e l’eutrofizzazione è ai livelli più bassi.
- Durante la stagione estiva varia
molto il gradiente termico tra gli strati superficiali dell’acqua,
sottoposti alla irradiazione solare,
e gli strati profondi.
- Il rimescolamento si riduce
progressivamente: è il periodo della stratificazione.
- Non vi è più scambio tra le acque
degli strati superficiali e profondi del lago, l’ossigeno diminuisce
sempre di più negli strati profondi: la trasparenza diminuisce
e crescono, infestando, alghe e macrofite.
- Vediamo ora cosa si potrebbe fare
in concreto.
- 1.
Monitorare i principali parametri chimici e chimico-fisici
delle acque quanto meno in due momenti stagionali: massimo
rimescolamento (marzo) e massima stratificazione (agosto-settembre).
- 2.
Stimare, avvalendosi di modelli parametrici, l’attuale
apporto di nutrienti al lago e quantificare l’effetto della
realizzazione di tutte le opere mirate alla riduzione del carico
inquinante. Valutare sempre attraverso modelli parametrici, le
possibili evoluzioni dello stato trofico del lago e i tempi di
recupero, nel caso in cui non venga effettuato nessun intervento
diretto.
- 3.
Valutare la possibilità di intervenire
artificialmente sul lago per migliorarne le condizioni
trofiche. In relazione ai modelli di previsione sui tempi naturali di
recupero si potranno attuare interventi diversificati secondo
l’entità di tali tempi.
-
- INTERVENTI IN TEMPI BREVI
(inferiore ai 10 anni)
- Interventi di biomanipolazione che
comportano costi ed impatti ridotti ma in grado di agevolare la
rimozione dei nutrienti
accumulati in quantità elevate. Tra questi interventi due sono
attuabili ed importanti.
- Il primo è lo sfalcio ed
asportazione delle macrofite tramite apposite motobarche.
- Il secondo è la rimozione di pesci
infestanti (scardole ed altri ciprinidi) che bene si adattano a
condizioni degradate di scarsa ossigenazione dell’acqua
moltiplicandosi in modo incontrollato ed alimentando a loro volta la
quantità di materiale organico inquinante.
- INTERVENTI IN TEMPI LUNGHI (oltre
i10 anni)
- Biomanipolazione
associata ad interventi diretti (precipitazione chimica,
rimozione dei sedimenti, ossigenazione forzata, pompaggio ipolimneico.
-
- Concludendo bisogna pensare
seriamente che il processo di eutrofizzazione può arrivare a un punto
di non ritorno e più tempo passa più questo rischio incombe sul lago
di Viverone.
- All’Amministrazione Provinciale,
che più volte si è dichiarata sensibile ai problemi del territorio,
una buona occasione di operare.
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