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- Tra le varie
tecniche di pesca lo spinning (più noto come “pesca a lancio”) è
quella che stupisce di più: infatti non sembra possibile che vari
pesci si lascino ingannare da esche metalliche che non assomigliano a
nulla di commestibile.
- Questo
almeno è quello che i “non addetti ai lavori” pensano
normalmente.
- Se poi si
analizza meglio il tutto vediamo che il comportamento dei pesci non è
poi così inspiegabile. Precisiamo subito che non tutte le specie sono
insidiabili a spinning: trote, lucci, persici e cavedani sono gli
obiettivi “classici” in quanto dotati di un forte istinto
predatorio.
- Lo spinning
agisce proprio su questo: l’esca non viene attaccata “per fame”
ma perché ha “provocato” il pinnuto con le sue vibrazioni, il
movimento e –molto meno- con il colore.
- Diciamo
questo perché, anche quando si usano delle imitazioni di pesci,
quelli che rendono di più sono quelli muniti di una paletta in
plastica che ha il compito di fare affondare l’artificiale, ma anche
e soprattutto, di farlo vibrare e muovere in un certo modo.
- Nel biellese
(e dintorni) la pesca a spinning è abbastanza praticata nei
principali torrenti “da trote” (Cervo, Elvo ecc.) pochissimo negli
affluenti minori e quasi per niente nella “bassa”.
- Questo perché
vige l’errata convinzione che si possa pescare a lancio solo dove (e
quando) c’è molta acqua e che questa tecnica “renda bene” solo
a trote.
- In occasione
dei prossimi articoli sull’argomento si potranno esaminare più in
dettaglio alcuni aspetti “pratici” dello spinning ma per ora
limitiamoci a qualche consiglio di base utile a chi volesse conoscere
meglio (o imparare) questa tecnica di pesca:
- ·
Non credere che con una nuova canna supertecnologica o con un
nuovo artificiale i risultati possano migliorare di colpo: la pratica,
l’osservazione e tanta passione sono gli “ingrdienti” che
servono;
- ·
Mai dare retta a quelli che dicono di usare fili sottilissimi:
0,18 diametro minimo per trota e cavedano, 0,25 (con cavetto) per il
luccio;
- ·
Essere curiosi e mai pigri: i posti migliori per pescare non
sono quelli dove vanno tutti e certamente non saranno quelli
facilmente raggiungibili.
- Quando si
parla –o si scrive- di pesca si tende sempre ad occuparsi troppo di
tecnica e di catture e poco di VERI problemi che minacciano
l’esistenza stessa di questa splendida disciplina: inquinamenti,
canalizzazioni e cementificazioni sconsiderate, prelievi selvaggi di
acqua e ghiaia, una legislazione superata e troppo permissiva in
materia di pesca, l’integralismo ambientalista che ha permesso lo
scempio perpetrato dai cormorani. Questi ed altri ancora sono gli
argomenti ai quali tutti i pescatori (e non solo) dovrebbero essere più
interessati tralasciando i soliti mugugni e le “frasi fatte” di
circostanza.
- Di tutto
questo –e non solo- speriamo di poterci occupare nei prossimi
articoli.
- MARCO
PESSINA
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